La federazione di Perugia del Fronte Comunista esprime pieno sostegno e solidarietà ai delegati della RSU della USL Umbria 2 e a tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto sanitario che si apprestano ad entrare in stato di agitazione per denunciare una situazione ormai insostenibile.
La gravissima carenza di personale, la disorganizzazione dei servizi, il blocco delle procedure concorsuali, la mancata predisposizione del piano ferie, l’assenza di risposte su diritti elementari, come la mensa e il tempo di vestizione, non sono incidenti di percorso o frutto di disattenzione: sono il risultato diretto di un modello politico ed economico fondato sull’aziendalizzazione della sanità pubblica, che ha trasformato il diritto alla salute in un costo da abbattere e la gestione delle strutture sanitarie in operazioni contabili tese esclusivamente alla quadratura dei bilanci.
La USL Umbria 2 si comporta ormai come una qualsiasi azienda privata, ignorando le esigenze dei lavoratori e dei cittadini, abbandonando interi territori al degrado e sacrificando l’efficienza del servizio pubblico in nome del contenimento della spesa. Ma questa logica non è affatto neutra: nonostante i roboanti proclami sulla chiusura in tre mesi delle liste d’attesa, la giunta Proietti si sta ponendo in perfetta continuità con la pur fallimentare giunta Tesei, rendendosi di fatto complice del progressivo smantellamento della sanità pubblica per aprire ulteriori spazi di intervento al settore privato.
Il disegno è chiaro: rendere il servizio sanitario pubblico inefficiente e inaccessibile, soprattutto per le fasce più deboli, così da legittimare il ricorso a strutture private convenzionate, che drenano ulteriori risorse pubbliche senza assumersi alcun rischio imprenditoriale. Il risultato è un sistema che grava tre volte sulle tasche dei cittadini: la prima volta con le tasse, la seconda con il ticket, e la terza con le spese sanitarie dirette per accedere a cure ormai disponibili in tempi ragionevoli solo nel privato.
Il personale sanitario viene sfruttato e sottoposto a carichi di lavoro insostenibili; la popolazione viene privata di un servizio pubblico universale e gratuito. Gli unici a guadagnarci sono i padroni della sanità privata e le élite politiche al loro servizio.
Di fronte a questa deriva, non basta denunciare. Occorre costruire un’alternativa politica e sociale radicale. Una sanità pubblica efficiente, gratuita e accessibile a tutte e tutti può esistere solo se liberata dalle logiche del profitto. Bisogna abolire l’aziendalizzazione, reinternalizzare i servizi esternalizzati, stabilizzare il personale, ripristinare un modello sanitario fondato sui bisogni delle persone e non sui bilanci aziendali.
Rilanciamo il nostro impegno a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta, certi che la difesa del diritto alla salute e della dignità del lavoro passi attraverso il conflitto, la mobilitazione e l’organizzazione. Siamo e saremo nelle piazze, nelle assemblee e nei presidi per denunciare le responsabilità politiche della Regione Umbria e per costruire, insieme, un’altra sanità possibile: pubblica, universale, gratuita, di qualità e sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti.
Contro la privatizzazione, per la sanità pubblica: lotta di classe, non concertazione!