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Saluto del Fronte Comunista al VI congresso del Partito del Lavoro dell’Austria

di Fronte Comunista
09/02/2024
in Estero
Home Estero

Alla Presidenza e ai Delegati del VI° Congresso del Partito del Lavoro dell’Austria (PdA)

Cari compagni,

l’Ufficio Politico del CC, a nome del Comitato Centrale e di tutti i militanti del Fronte Comunista (Italia), invia un fraterno saluto alla Presidenza e ai delegati del VI Congresso del Partito del Lavoro dell’Austria (PdA).

Le sfide che la crisi capitalistica corrente ci pone richiedono un maggiore sforzo di analisi delle contraddizioni sistemiche, sulla base del metodo scientifico marxista-leninista, per individuare con precisione i meccanismi con cui operano, nonché una maggiore capacità di mobilitazione per utilizzarle a vantaggio della classe operaia e creare le condizioni oggettive e soggettive per uno sbocco rivoluzionario.

L’aggravamento della crisi generale del capitalismo e l’approfondirsi delle sue insanabili contraddizioni hanno inasprito la lotta tra le vecchie potenze in declino e le nuove potenze emergenti che, sotto lo slogan del “multipolarismo”, rivendicano una nuova spartizione del mondo. Un nuovo ordine mondiale, non più basato sull’egemonia degli USA e del dollaro, ma altrettanto imperialista poiché non mette in discussione la natura capitalistica del modo di produzione esistente. Tutte le guerre a cui stiamo assistendo si inseriscono nel quadro della lotta tra Cina e USA per la supremazia nel mondo capitalistico, tra paesi BRICS e paesi G7 per il primato economico. Anche la guerra in Ucraina ha come vera posta in gioco la supremazia all’interno del sistema imperialista mondiale, non solo la spartizione delle risorse di quel paese.

Del resto, la guerra è endemica al capitalismo nella sua fase suprema e finale ed è espressione massima della competizione tra i monopoli e tra gli Stati capitalistici per il controllo dei mercati, delle risorse naturali e umane del pianeta, degli snodi logistici e delle rotte commerciali. Non è possibile separare la tendenza alla guerra dalla natura stessa del capitalismo, né è possibile garantire una pace giusta, stabile e duratura senza il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo e del potere borghese. In condizioni di imperialismo dominante, le “soluzioni diplomatiche dei conflitti” e gli “accordi di pace” sono solo temporanei e preludono a nuove guerre, né vi può essere “pace giusta”, poiché la pace imperialista significa oppressione di classe, diseguaglianze e sfruttamento. Il movimento antimperialista di lotta per la pace, dunque, non può che essere anticapitalista e avere al suo centro la classe operaia e la sua avanguardia, i comunisti.

La guerra è uno dei modi con cui il capitalismo cerca di uscire dalla propria crisi, una crisi le cui conseguenze non si distribuiscono uniformemente su tutta la società, ma in modo differenziato e disuguale tra le classi sociali. Mentre interi settori di capitale, non solo quelli legati alla produzione di armamenti, aumentano i propri profitti con la guerra, i proletari, oltre a essere massacrati fisicamente in uno scontro fratricida sui campi di battaglia, vengono massacrati socialmente anche al di fuori di essi, poiché subiscono tutti gli effetti della crisi capitalistica, aggravati dalla guerra. La crisi oggi si manifesta in forma di inflazione accompagnata da una stagnazione che rischia di trasformarsi in recessione a causa sia delle autolesioniste sanzioni antirusse che delle politiche anti-inflattive dell’UE e della BCE. In definitiva, crisi e misure anti-crisi colpiscono entrambe il proletariato. Inoltre, non bisogna dimenticare che per finanziare il regime fascista ucraino e per tutelare gli interessi imperialisti e sionisti nel Mar Rosso, rendendosi complici del genocidio del popolo palestinese, i governi borghesi sottraggono decine di miliardi di euro alla sanità pubblica, all’istruzione, ai servizi sociali e ai bisogni primari dei lavoratori. Questo non è un fatto “gestionale”, imputabile alla pur dimostrata inettitudine dei gruppi dirigenti borghesi degli USA, dell’UE e dei paesi che ne fanno parte, quindi risolvibile con un semplice cambio di governo, ma è un fattore strutturale che può essere risolto solo con l’abbattimento del capitalismo, la distruzione dello Stato borghese e la sua sostituzione con lo Stato  proletario.

La propaganda borghese e gli opportunisti stanno diffondendo false speranze circa la riformabilità dell’Unione Europea e la possibilità di un “mondo multipolare pacifico”, regolato dal diritto internazionale. Sono illusioni altamente pericolose, che tentano di diffondere la percezione ingannevole che pace e giustizia possano essere conquistate in condizioni di imperialismo, che possa esistere un capitalismo “buono e dal volto umano”, che il diritto internazionale sia oggi qualcosa di diverso dall’illegittimo diritto del più forte. In questo tipo di deleteria attività si distinguono gli opportunisti del Partito della Sinistra Europea, una concentrazione di forze politiche che cercano di “abbellire”  o “rinverdire” il capitalismo per amministrarlo compartecipando in governi borghesi. Il fallimento di queste nuove forme di socialdemocrazia, certificato dalle disastrose esperienze del Bloco de Esquerda in Portogallo, di Syriza in Grecia, di Unidas Podemos e del PCE in Spagna, consegna la classe operaia e i ceti popolari alla mercé del capitale e apre le porte alla reazione. Insieme a voi, cari compagni, siamo convinti che, in realtà, il capitalismo e le alleanze imperialiste come l’UE non siano riformabili per la loro stessa natura, fondata sulle disuguaglianze e lo sfruttamento, ma che possano e debbano essere abbattute dalla rivoluzione proletaria e socialista.

Crediamo che un  grande passo avanti in questa direzione sia stata la costituzione dell’Azione Comunista Europea, che ci vede uniti con il vostro e con altri partiti fratelli nello sforzo di stabilire una collaborazione coordinata su basi ideologico-politiche condivise, come il giudizio sulla natura di classe dell’UE, della Russia e della Cina, la definizione scientifica e l’analisi dell’imperialismo nella fase attuale, il riferimento al socialismo scientifico e al marxismo-leninismo, il giudizio positivo sull’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre, dell’URSS e del socialismo realizzato nel XX secolo, il rifiuto del “socialismo di mercato” e del “socialismo del XXI secolo”, la ferma opposizione alla socialdemocrazia vecchia e nuova e all’opportunismo, la lotta contro ogni forma di nazionalismo, razzismo, xenofobia e fascismo, la concezione del socialismo come unica soluzione alla crisi climatica. Siamo certi che le nostre forze, unite nell’ACE, sapranno dare un nuovo impulso alla lotta contro l’imperialismo, contro l’UE e la NATO in particolare, per l’uscita dei nostri paesi da queste e da tutte le alleanze imperialiste, per il socialismo-comunismo. L’intensificazione e le prospettive di successo della lotta di classe nei nostri paesi sono strettamente legate al rafforzamento dei nostri Partiti in ogni singolo paese, ma tale rafforzamento è a sua volta connesso allo sviluppo dell’ACE come polo di aggregazione e coordinamento di partiti comunisti e operai su basi autenticamente rivoluzionarie.

Come voi, anche il nostro partito sta compiendo uno sforzo politico e organizzativo per essere all’altezza dei compiti e delle sfide di fronte alle quali ci pone la crisi capitalistica, per accrescere la collaborazione reciproca con i partiti comunisti fratelli, all’interno dell’ACE e fuori da essa, in uno spirito di sincero e militante internazionalismo proletario, per individuare insieme le strategie e le tattiche più efficaci per raggiungere i nostri fini storici.

Con la volontà di rafforzare il legame tra i nostri due Partiti, vi auguriamo, cari compagni, un proficuo svolgimento del vostro VI congresso e successo nella lotta comune per la causa della rivoluzione socialista e dell’emancipazione del proletariato.

VIVA IL SOCIALISMO-COMUNISMO!
PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Roma, 8 febbraio 2024

FRONTE COMUNISTA (ITALIA)
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale

Tag: ACEAzione Comunista EuropeainternazionalismoPartiti del Lavoro dell'Austria

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