Negli stessi giorni in cui è stato lanciato l’ennesimo attacco USA in Siria, il primo dell’amministrazione Biden, il mare antistante ai porti siciliani di Catania e Augusta è divenuto, come ogni anno, teatro dell’esercitazione militare denominata Dynamic Manta. Si tratta di una delle più imponenti e importanti esercitazioni NATO che, fino al 5 marzo, coinvolge le marine militari di 8 nazioni, impegnando centri logistici e di supporto, la base aerea di Sigonella, la base dell’aviazione della Marina militare Maristaeli di Catania, la base navale NATO nel porto di Augusta (SR) e il porto di Catania.
Nel tratto di mare Ionio tra la Sicilia orientale e la Grecia convergono mezzi (tra cui due sottomarini nucleari) e personale militare di Italia, Francia, Grecia, USA, Turchia, Belgio, Germania e Spagna. Nello specifico: 6 sommergibili provenienti da Francia, Grecia, Italia, Turchia e Stati Uniti sotto il controllo del Comando Sommergibili della NATO (NATO Submarine Command – COMSUBNATO) e 5 navi di superficie provenienti da Francia, Grecia, Italia, Spagna e Turchia. Partecipano anche cinque velivoli da pattugliamento marittimo, con elicotteri provenienti da Francia, Germania, Italia, Grecia, Stati Uniti. La Francia sta impiegando anche il gruppo di attacco della portaerei Charles De Gaulle insieme a cinque unità di superficie provenienti da Francia, Belgio, Grecia e USA.
Ancora una volta il nostro paese e, nello specifico, il territorio siciliano vengono coinvolti nei preparativi di pericolosi piani della NATO nel quadro delle rivalità e competizioni interimperialiste a beneficio degli interessi e profitti dei monopoli capitalistici, compresi quelli italiani. Questo si inserisce in uno scenario internazionale sempre più caldo in particolare nell’area dell’Africa settentrionale, del Medio Oriente e del Mediterraneo centrale e orientale dove infuria la disputa per la ripartizione di questa strategica ampia regione ricca di risorse energetiche, di fondamentali crocevia e vie di trasporto. In tutto ciò la Sicilia riveste un ruolo geostrategico fondamentale, trasformata in una piattaforma per la conduzione di interventi e guerre imperialiste da parte di USA, NATO e UE, che saccheggiano e massacrano i popoli esponendo al contempo il nostro territorio come potenziale bersaglio.
La classi popolari siciliane hanno dimostrato più volte di non accettare di vedere il proprio territorio asservito allo sviluppo di questi pericolosi piani e manovre di guerra del capitale in cui l’imperialismo italiano è sempre più attivo al fine di ottenere un posto nella spartizione del bottino a beneficio dei propri monopoli come l’ENI. Le esercitazioni di quest’anno sono ancor più intollerabili svolgendosi nel pieno di una pandemia che ha messo a nudo le croniche carenze di un sistema sanitario sottofinanziato mentre al contempo le spese militari sono in costante crescita. Inoltre, la pandemia sta agendo non solo da catalizzatore di una profonda crisi dell’economia capitalista ma anche per l’intensificazione della competizione interimperialista che si manifesta in ogni campo, compreso quello della salute, sulla pelle dei popoli.
È necessario tenere alta l’attenzione e rafforzare la lotta affinché il nostro paese non sia coinvolto nei piani imperialisti, per il disimpegno unilaterale dalla NATO, il ritiro dei nostri soldati dalle missioni all’estero e per la chiusura di tutte le basi USA-NATO nel nostro territorio.
Non abbiamo nulla che ci divide dagli altri popoli, al contrario, siamo uniti dal comune interesse della lotta per un mondo senza sfruttamento, guerra e povertà.
Non un soldo, non un soldato, non una base per la guerra imperialista!