Ricorre oggi il 107° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, con la quale la classe operaia da soggetto passivo dello sfruttamento capitalistico si trasforma in protagonista attivo della politica e prende in mano il proprio destino e quello di tutta la società, diventando per la prima volta nella storia classe dirigente e dominante.
Sotto la direzione di Lenin e del Partito Bolscevico la classe operaia eleva la sua lotta dal livello economico a quello politico nelle sua forma più avanzata. Non più solo “pane e lavoro”, ma “tutto il potere ai Soviet” è la parola d’ordine che bene rappresenta questo salto qualitativo di un proletariato che rivendica il potere, tutto il potere, assoluto e indiviso, come sola e vera classe dirigente di un paese condotto al disastro dall’autocrazia e dalla borghesia capitalistica. È la conquista del potere assoluto, l’instaurazione della dittatura proletaria, a costituire il presupposto per l’abolizione della proprietà privata e la socializzazione dei mezzi di produzione, una misura che contraddistingue la Rivoluzione d’Ottobre da tutte le rivoluzioni precedenti.
Di fronte alla guerra imperialista, Lenin e i bolscevichi respingono sia le tesi socialscioviniste degli interventisti, sia quelle opportuniste, del tipo “né aderire, né sabotare”, adottando una linea “disfattista rivoluzionaria” che li impegna attivamente per la sconfitta della propria borghesia e la trasformazione della guerra imperialista in guerra civile rivoluzionaria. Una posizione esemplare e più che mai attuale oggi, che segnerà il definitivo distacco dei comunisti dalla II Internazionale e dalla socialdemocrazia. Una volta conquistato il potere, il Decreto sulla Pace sarà infatti uno tra i primissimi atti politico-giuridici del neonato potere sovietico. La pace tra gli oppressi e la guerra agli oppressori sono sempre stati un concetto centrale nella prassi politica dei Bolscevichi.
La Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre spezza la continuità del dominio imperialista mondiale nel suo punto politicamente più vacillante grazie alla corretta comprensione del momento storico, della natura e delle leggi di sviluppo dell’imperialismo da parte di Lenin e dei bolscevichi, dimostrando così la validità della tesi leniniana sulla possibilità della costruzione del socialismo in un paese singolarmente preso, in forza della natura diseguale dello sviluppo economico e politico dei diversi stati. Il crollo dell’autocrazia e la vittoria della rivoluzione socialista in Russia segnano l’inizio della fine del sistema coloniale mondiale e l’avvio di un’ondata di lotte di liberazione nazionale. La trasformazione rivoluzionaria, dunque, non riguarda solo l’assetto interno dell’Impero Russo, ma quello dell’intero mondo di allora.
L’Ottobre Rosso ha avviato il processo di costruzione del primo stato operaio e socialista al mondo. Sotto la guida di Lenin, di Stalin e del Partito Comunista Bolscevico, i popoli dell’ex-impero russo hanno dato vita all’Unione Sovietica, realizzando conquiste economiche e sociali mai viste prima che hanno portato il paese dei soviet a sconfiggere il nazifascismo e a diventare in un tempo relativamente breve la seconda potenza economica al mondo, baluardo delle lotte per la liberazione dal giogo coloniale e per l’emancipazione del proletariato mondiale. La parità di genere, il diritto all’istruzione e alla sanità gratuite, il diritto alla casa, il diritto al lavoro, a un salario e a una pensione dignitosi, alle ferie, al riposo e allo svago, sanciti dalla Costituzione Sovietica, sono solo alcuni dei diritti che l’Ottobre Rosso ha permesso di realizzare, dimostrando come, per i comunisti, non vi sia cesura tra diritti sociali e civili, collettivi e individuali.
L’Ottobre Rosso ha aperto una nuova era nella storia dell’umanità, l’era delle rivoluzioni proletarie e socialiste, nella quale viviamo oggi. Il 7 novembre non è quindi una ricorrenza nostalgica, ma il fulgido esempio della via da percorrere per abbattere la dittatura del capitale, finirla per sempre con lo sfruttamento e le guerre imperialiste e costruire anche nel nostro paese una società socialista prospera, giusta e libera.
VIVA LA GRANDE RIVOLUZIONE SOCIALISTA D’OTTOBRE!
VIVA IL MARXISMO-LENINISMO!
Roma, 6 novembre 2024
FRONTE COMUNISTA
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale