Il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha reso noto ieri di aver ricevuto un avviso di garanzia per il reato di corruzione, dichiarando di non essere sereno proprio perché in questi anni “avrebbe gestito la Regione con un rigore assoluto”. Secondo il quotidiano Domani sarebbero cinque le persone coinvolte nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro e tra gli altri indagati ci sarebbe Paolo Posteraro, ex manager di Amaco, l’azienda di trasporti del Comune di Cosenza, ex funzionario di Ferrovie della Calabria e oggi capo della segreteria di Matilde Siracusano, sottosegretaria del governo Meloni e compagna del governatore.
Mentre ci asteniamo da valutazioni circa questo episodio di giustizia borghese del quale, peraltro, non si conoscono ancora i dettagli, ci preme ricordare che, a noi comunisti, non occorre una prova che sancisca la vicinanza di Occhiuto verso determinate personalità o realtà private per dimostrare la natura classista della politica sua e dei partiti a cui fa riferimento.
Tanti sarebbero gli esempi da fare, a cominciare dal dramma sociale più evidente in Calabria, la gestione privatistica della sanità pubblica, commissariata da 15 anni con Occhiuto che assume il triplo ruolo di Presidente della regione, commissario della sanità e, ora, anche commissario delegato per l’attuazione degli interventi riguardanti il sistema ospedaliero della Regione dopo la delibera del Consiglio dei ministri del 7 marzo scorso. Un ruolo triplo attraverso il quale Occhiuto continua a eseguire e corroborare le politiche privatistiche e antipopolari stabilite da tutti i recenti governi: ad esempio, accettando i tagli e la disparità nell’attribuzione dei fondi sanitari, a causa dei quali la Calabria registra la spesa sanitaria pro capite più bassa a livello nazionale, o favorendo il processo di privatizzazione per il quale la spesa per la sanità privata rappresenta ormai il 30% della spesa totale per la sanità in Calabria.
A questo si aggiunge una colpevole indifferenza circa la tragedia dello sfruttamento sul lavoro in generale, che raggiunge vette impressionanti nel settore privato ma che nel settore pubblico mostra, in Calabria, dei picchi paragonabili. Basti ricordare il trattamento riservato ai cosiddetti tirocinanti della Pubblica Amministrazione, condannati per anni a lavorare senza contratto in Province o Comuni. La soluzione del problema trovata da Occhiuto, qualche mese fa, ha costretto i più anziani di questa categoria ad accettare uno scivolo pensionistico umiliante – dopo aver fatto le veci dei dipendenti pubblici per lustri – che li obbligherà a vivere con la pensione minima fino alla morte. Tutto questo mentre si spendono soldi per sussidi ai padroni con strumenti di tutti i tipi, in ultimo il cosiddetto fondo Fri Calabria, che stanzia oltre 100 milioni di euro per le imprese sul territorio.
Per quanto riguarda il progetto dell’autonomia differenziata, da noi definito una proposta che punta a dividere il Paese per aumentare il potere dei padroni, Roberto Occhiuto ha votato a favore della misura in sede di Conferenza Stato-Regioni, organismo vincolante su questo tema, per poi iniziare a criticare il provvedimento al fine di giustificarsi con il suo elettorato. Sempre Occhiuto si è distinto concretamente nel tema delle disparità territoriali, sulla scia delle precedenti amministrazioni regionali. La sua amministrazione si è curata poco o niente, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale, delle altre province della regione, focalizzandosi apertamente su quella di Cosenza (in cui ha il suo “feudo” politico) o, nel migliore dei casi, sulla costa tirrenica, lasciando la ionica nello stato disastrato in cui versa tutt’oggi.
Per molte altre problematiche ataviche del territorio calabrese, come la gestione privata della depurazione delle acque che da anni provoca inefficienze e conflitti di interesse, è emersa la volontà di non affrontare veramente il problema dell’interesse privato nella gestione dell’ambiente. Mentre andrebbero urgentemente incrementati i fondi agli enti locali, vittime di tagli lineari attuati da centrodestra e centrosinistra, e messo sotto una gestione pubblica e trasparente tutto il ciclo dell’acqua, Occhiuto si è limitato a stanziare fondi insufficienti e attaccare frontalmente i Comuni per i problemi imputabili agli scarichi abusivi e alla cattiva depurazione. Sulla stessa scia, ha promosso l’ennesima proroga tecnica delle concessioni balneari calabresi, vero parassitismo padronale a discapito di ambiente e risorse pubbliche, con il pretesto che nel territorio calabrese “non c’è scarsità della risorsa spiaggia”. Infine, il governatore si è detto pubblicamente favorevole a quello spreco di soldi e fabbrica di corruzione e devastazione ambientale che sarà il progetto del Ponte sullo Stretto, affermando che sia «sconcertante che ci siano meridionali che tifano contro». Ricordiamo che con i 15 miliardi di spesa pubblica previsti per l’opera si potrebbe creare in pochi anni un servizio sanitario pubblico di qualità ed efficiente nella nostra regione.
Il problema di Roberto Occhiuto, per noi comunisti, non è giudiziario, ma politico. Se questa inchiesta svelerà legami e intrecci opachi tra politica locale e interessi privati ciò non sarà che una presa d’atto formale delle conseguenze delle politiche del Presidente e del centrodestra in generale, che vantano un conflitto di interesse e una commistione tra interessi pubblici e privati senza precedenti. Per noi la lotta contro questo tipo di politiche è già cominciata da anni e non può che essere portata avanti con il conflitto sociale sui territori e sui luoghi di lavoro.
Segreteria esecutiva Fronte Comunista – federazione Calabria